Art.12 Norme per gli interventi sui fabbricati esistenti con particolare riferimento agli insediamenti di valore storico ambientale
A) ASPETTI GENERALI
Il presente articolo, a livello generale, ha valore di indicazione ed orientamento progettuale per qualsiasi intervento sia sul patrimonio edilizio esistente che sulle nuove edificazioni, mentre assume valore prescrittivo nei casi indicati al punto b) dell’ art.11.
La Disciplina Paesistica Puntuale permette di garantire la salvaguardia e la riqualificazione degli insediamenti e del territorio del Comune di Albenga con particolare riferimento ai tessuti urbani, nuclei ed edifici isolati di impianto storico.
Qualsiasi intervento sui suddetti insediamenti dovrà prevedere un’approfondita conoscenza e documentazione dello stato di fatto che evidenzi le caratteristiche costruttive, architettoniche e storiche dell’edificio in oggetto.
La Disciplina Paesistica di livello puntuale individua i caratteri costruttivi degli edifici in cui i principali elementi saranno presi come esempi positivi di riferimento ovvero esempi negativi di contrasto.
Ne consegue un vocabolario degli elementi costruttivi e dei materiali che costituisce ad un tempo un’indicazione progettuale per gli interventi di recupero ed un vincolo per gli interventi stessi.
B) CORNICIONI, SPORTI E GRONDE
Nell’impianto originario lo sporto della falda di copertura, rispetto alla facciata, è particolarmente modesto e raramente superiore ai 30 cm. In tale spazio è installato il canale di gronda in lamiera verniciata o in rame. Di massima, salvo alcuni interventi già del ‘900, l’orditura minore del tetto non fuoriesce dal filo di facciata.
Nel caso di “palazzi”, risultato della rifusione di più elementi originari, è presente un cornicione dalle linee semplici e lo sporto risulta leggermente più pronunciato.
Nelle coperture a due falde, i fianchi laterali del tetto finiscono a filo di facciata senza o con minima sporgenza.
Nell’impianto originario non sono presenti fasce marcapiano o altro tipo di decorazione di facciata che comportino effetti chiaroscurali dovuti a sporgenze. Gli interventi ottocenteschi o dei primi del ‘900 sul patrimonio edilizio preesistente, che hanno rifuso la maglia tipologica originaria, hanno prodotto palazzi che presentano alcuni elementi decorativi con fasce marcapiano dalle linee semplici e, come si è visto, gli sporti del tetto sono più pronunciati.
Si prevede il recupero e la conservazione degli elementi costruttivi nonché dei materiali originari.
Qualora le norme di zona prevedano interventi più radicali dovranno essere rispettate le seguenti indicazioni:
a) Lo sporto del tetto rispetto alla facciata non dovrà superare i 50 cm, sia in caso di copertura piana che inclinata; sono consentite gronde interne.
b) Nelle coperture a due falde i fianchi laterali del tetto dovranno essere contenuti nel filo di facciata.
a) I cornicioni avranno profili semplici ed un’altezza inferiore ai 70 cm.
d) I materiali per le gronde ed i pluviali sono la lamiera di zinco, rame o di acciaio verniciato; il pluviale a 300 cm dalla quota strada potrà immettersi in tubazione di ghisa, ovvero essere incassato nella muratura. Non sono consentiti materiali di tipo plastico.
C) LA FINESTRA ED IL BALCONE
Nell’impianto originario sono rari i balconi in aggetto e le bucature delle finestre hanno linee assolutamente semplici, senza elementi di decorazioni o stipiti in pietra; gli infissi sono in legno verniciato in tinta bianca, mentre le persiane di protezione alla genovese sono un’introduzione successiva ormai perfettamente fusa con gli elementi identificativi originari.
Negli interventi dovranno essere rispettate le seguenti indicazioni:
a) E’ vietato realizzare nuovi balconi in aggetto salvi i casi di ricomposizione delle simmetrie dei fronti.
b) I materiali per soglie, stipiti ed architravi dovranno essere di uso consolidato nell’edilizia tradizionale quali, in particolare, ardesia, arenarie o marmo bianco (solo per soglie e davanzali). E’ consentita la finitura in intonaco. In particolare si dovranno utilizzare materiali e soluzioni già utilizzate negli edifici contigui che conservano i caratteri architettonici e materiali originari.
c) Nell’eventuale ricomposizione dei fronti sono da salvaguardare e riproporre le cornici decorative (dipinte o in rilievo) e le forme geometriche delle aperture esistenti.
d) Gli infissi esterni, qualora se ne preveda la sostituzione, saranno del tipo a telaio e contro telaio in legno verniciato, ovvero in alluminio o acciaio verniciato in colori originari (bianco, verde o marrone) armonizzati con il contesto preesistente. Le ante vetrate saranno possibilmente non più di due.
e) Le persiane, qualora esistenti, saranno rigorosamente alla genovese, con stecche aperte e veletto rialzabile, in legno tinteggiato in colori tipici e installate obbligatoriamente con mappe a murare. Sono vietate le persiane con telaio esterno a vista. Negli edifici di antico impianto si potranno prevedere soluzioni con scuri interni in legno verniciato. Solo in caso di edifici di nuovo impianto sono consentiti gli avvolgibili.
f) L’apertura di nuove finestre o porte-finestre, laddove prevista, dovrà mantenere, nel disegno complessivo del fronte, il rapporto vuoto-pieno simile a quello esistente negli edifici circostanti. Nei fronti principali (prospicienti la pubblica via) non è comunque ammesso un aumento del rapporto vuoto pieno superiore al 10% del preesistente. Solo in caso di comprovate necessità di ordine tecnologico o sanitario, non risolvibili altrimenti, ovvero nei fronti secondari è ammesso un aumento del suddetto rapporto sino al 20%.
L’ apertura di nuove finestre o porte-finestre è consentita solo se non altera l’equilibrio del disegno di facciata (serialità e simmetrie preesistenti) e la geometria delle nuove aperture non deve essere in contrasto con quella delle aperture originarie.
g) Nell’installazione di nuove ringhiere o nella loro sostituzione si dovranno eliminare i disegni decorativi di contrasto per orientarsi verso gli “stilemi” di riferimento ancora riconoscibili negli edifici storici circostanti.
D) LE FACCIATE ED I RIVESTIMENTI
Nell’impianto originario la finitura di facciata era in intonaco alla genovese con coloritura applicata a fresco; il piano terreno talvolta presentava una sobria zoccolatura realizzata con il rinzaffo dell’intonaco; più raro è l’uso della zoccolatura in lastre di pietra non lucidata, quale l’ardesia o altre di uso tradizionale.
Gli interventi dovranno rispettare le seguenti indicazioni:
a) Conservazione, per quanto possibile, dei parametri murari (opportunamente puliti e trattati) originali in pietra o mattoni faccia a vista o intonaco rustico formato da malta grossolana e pietra a vista.
b) Le facciate, laddove sia già presente un’intonacatura originaria o recente, saranno intonacate e ultimate in arenino alla genovese con finitura a frattazzo. Non sono consentiti intonaci di cemento strollato (tipo rustico).
c) Le tinteggiature saranno a fresco, ovvero con tinta ai silicati o silossani; non sono ammesse tinte plastiche non traspiranti né graffiati acrilici o similari.
d) I colori previsti dovranno riferirsi:
- alle tinte originarie, qualora siano reperibili delle tracce sulle facciate;
- per confronto con le tinte degli edifici circostanti procedendo ad una campionatura dei colori dell’ambiente urbano circostante (delimitato dai fronti contigui e contrapposti).
e) Sono vietati i rivestimenti in pietra, in piastrelle di maiolica, in perlinato, metallici e plastici.
f) Sono ammesse zoccolature esterne in pietra (possibilmente in lastre regolari di ardesia) o ricavate da un ispessimento dell’intonaco sino ad un’altezza massima di cm 80, finito a frattazzo e con coloritura diversa.
E) LA COPERTURA
Le indagini svolte, nel contesto del Livello Puntuale della Disciplina Paesistica, sulle tipologie edilizie e costruttive dei nuclei antichi evidenziando che la copertura originaria è di tipo inclinato (prevalentemente a due falde) con materiali in tegola marsigliese ovvero, in rari casi, in abbadini di ardesia.
L’inclinazione della copertura è limitata e comunque non è mai superiore a 30 gradi.
Nell’impianto originario sono rari gli abbaini e le aperture sulle coperture. Si tratta di coperture modeste, impostate su quote di gronda differenti, in base alla suddivisione degli elementi della schiera originaria.
a) In generale nel rispetto del mantenimento delle caratteristiche costruttive originarie si prevede di non alterare le quote di imposta, le altezze di gronda e di colmo, la pendenza originale.
b) Nel caso che le norme urbanistiche di zona consentano la sostituzione delle coperture si dovranno rispettare le seguenti prescrizioni:
- pendenza massima 30 gradi;
- divieto di apertura finestre o abbaini a filo di falda, oltre il rapporto di 1/40 se non quando espressamente consentito dalle norme di comparto;
- è vietata la sostituzione di coperture inclinate con coperture piane, salvo la costruzione ove prevista dalle norme di parziali terrazze d’attico che potranno essere realizzate con una superficie inferiore al 10% della superficie della copertura originale (misurata in un piano orizzontale);
- i materiali delle coperture a falde inclinate sono esclusivamente la tegola in laterizio e l’abbadino di ardesia; la scelta dei materiali è comunque determinata da quelli già esistenti in quantità prevalente nelle coperture contigue;
- è vietata l’installazione di nuovi camini o il rifacimento degli stessi in elementi prefabbricati di cemento o metallo. Saranno realizzati in muratura intonacata e coperti da lastre in pietra;
- le nuove canne fumarie saranno incassate, salvo i casi di paramenti di tipo storico in pietra o mattoni, nelle murature verticali. In tal caso potranno essere esterne al corpo dell’edificio, opportunamente intonacate, ma localizzate in modo tale da non alterarne l’aspetto architettonico dei fronti principali.
F) MURI, RECINZIONI, CANCELLATE E ACCESSI
Sono ammessi nuovi muri di recinzione in pietra a secco o intonacati di altezza massima di cm. 200. Tali muri dovranno essere tali da non determinare alcun ostacolo alla visuale dai punti e dai percorsi di maggiore frequenza di elementi quali i crinali, gli insediamenti di crinale e gli elementi preminenti di carattere storico-archeologico-monumentale per i quali è stato definito un areale come individuato nelle Tavole di analisi della Disciplina Paesistica.
L’eventuale coloritura sarà con colori tipici armonizzati con quelli degli edifici circostanti.
E’ previsto il mantenimento ed il ripristino dei muri di recinzione di proprietà o di percorsi di “crosa” utilizzando i materiali originari (pietra a vista o intonaco con colori tipici).
Nella ristrutturazione e/o sostituzione di muri esistenti ovvero nella nuova costruzione non sono ammessi disegni decorativi di contrasto rispetto a quelli tradizionali o comunque già esistenti nel territorio circostante.
Le nuove recinzioni o il rifacimento di quelle esistenti che insistono sugli spazi pubblici (strade, piazze etc.), qualora siano cancellate (o cancelli), non dovranno presentare motivi decorativi moderni o comunque in contrasto con gli stilemi di riferimento. Sono vietate le recinzioni in rete metallica.
Le aperture degli accessi non potranno avere dimensioni tali da alterare l’originale rapporto vuoto-pieno né snaturare il primitivo equilibrio dei fronti.
Le nuove aperture o eventuali ampliamenti, dovranno mantenere gli allineamenti con le esistenti nel rispetto dei rapporti di simmetria della facciata.
I portoni di ingresso ed eventuali accessi a box, magazzini, cantine, prospicienti spazi pubblici o comunque in vista, saranno in legno verniciato con colori non contrastanti e comunque armonizzati con i serramenti preesistenti nell’edificio e nel suo contesto urbano.
Nei muri di fascia o di contenimento delle strade, anche quando consentito dalle disposizioni urbanistiche, non è permessa la realizzazione di più di tre aperture contigue di accesso ai box.
Sarà da privilegiare una soluzione ad accesso unico con distribuzione interna.
G) INSEGNE, TENDE, ARREDO URBANO.
Le insegne e le tende frangisole dovranno presentare soluzioni omogenee per quanto riguarda l’uso dei materiali, le dimensioni, il disegno ed i colori.
Si prevede quindi:
- divieto di insegne a illuminazione diretta (fari, neon etc.) ed in materiale plastico; sono consentite insegne dipinte su muro, in lamiera di ferro verniciato, legno o ceramica.
L’eventuale illuminazione potrà essere prevista con lampade che si armonizzino con l’illuminazione pubblica esistente.
- le insegne a bandiera avranno uno sporto massimo di cm 100.
Non sono ammesse insegne a bandiera su spazi o strade pubbliche carrabili.
- le insegne che insistono sugli stessi fronti costituendo un visibile “continuum commerciale” dovranno essere coordinate e presentare soluzioni grafiche e dimensionali omogenee.
- Le tende frangisole che insistono sullo stesso fronte dovranno essere armonizzate tra di loro per forma, materiali, dimensione e colori in special modo quando appartengono allo stesso edificio.
- le coperture di dehors o spazi aperti pubblici e privati dovranno essere in tessuto con tinte neutre o tenui. Si dovranno comunque evitare soluzioni che determinino effetti di contrasto con il contesto urbano. Le strutture di sostegno delle tende saranno in legno o ferro verniciato. Sono vietate soluzioni in alluminio anodizzato.
- i dehors avranno strutture in legno o ferro verniciato.
Particolari soluzioni, anche diverse dagli indirizzi generali sopra esposti, potranno essere realizzate negli interventi di “composizione del nastro commerciale” di cui all’art. 16.